Etna il Vulcano che osserva la Sicilia

Etna il Vulcano che osserva la Sicilia

L’Etna (detto anche Mongibello[1]Muncibbeḍḍu in siciliano[2]) è uno stratovulcano complesso[3] della Sicilia originatosi nel Quaternario, ed è il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica[4]. Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati nel tempo alle sue pendici. Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO ha inserito l’Etna nell’elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell’umanità[

L’Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi (Appennino siculo), entro il territorio della città metropolitana di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome. Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km[6], occupa una superficie di 1 265 km². La regione etnea, delimitata dal corso dell’Alcantara e da quello del Simeto, ha un perimetro di 212 km e una superficie di 1 570 km².[1]

Il vulcano è classificato tra quelli definiti a scudo a cui è sovrapposto uno stratovulcano, l’edificio attuale (eruzioni degli ultimi 15 000 anni). La sua altezza varia nel tempo a causa delle sue eruzioni che ne determinano l’innalzamento o l’abbassamento. Nel 1900 la sua altezza raggiungeva i 3 274 m e nel 1950 i 3 326 m; nel 1978 era stata raggiunta la quota di 3 345 m[7] e nel 1981 quella di 3 350 m. Dalla metà degli anni 1980 l’altezza è progressivamente diminuita: 3 340 m nel 1986, 3 329 m nel 1999. Le più recenti misure, effettuate da due squadre indipendenti con GPS ad altissima risoluzione, hanno rivelato che l’altezza dell’Etna era di 3 326 m a luglio 2018. In data 25 luglio 2021 è stata misurata l’altezza di 3 357 m. La vetta più alta è sull’orlo settentrionale del cratere di sud-est.[8]

L’Etna ha una struttura piuttosto complessa a causa della formazione, nel tempo, di numerosi edifici vulcanici che tuttavia in molti casi sono in seguito collassati e sono stati sostituiti, affiancati o coperti interamente da nuovi centri eruttivi. Sono riconoscibili nella “fase moderna” del vulcano almeno 300 tra coni e fratture eruttive[9]. La zona risulta anche a moderato rischio sismico[10][11] per effetto anche del tremore del vulcano.

I quattro crateri sommitali sono: la Voragine e la Bocca Nuova, che si sono formate all’interno del Cratere Centrale rispettivamente nel 1945 e 1968, il Cratere di Nord-Est, che esiste dal 1911 e il Cratere di Sud-Est, che è attualmente il punto più alto dell’Etna[12].

La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia magmatica e periodicamente soggette a innevamento alle maggiori quote.